Frammenti: Demoni

Sophie ormai si era convinta: erano demoni! Il loro karma decisamente opprimente si intravedeva dall’alone nero che questi mostri emanavano ogniqualvolta si muovevano. La loro presenza nefasta le trasferiva un senso di pesantezza insostenibile, avrebbe voluto cancellarli con una gomma per non doverli più vedere. L’energia che sprigionavano era troppo maligna per lei che cercava di produrre pensieri costantemente positivi e che  si rivelavano nella sua aurea lucente, ma questi demoni fastidiosi e molesti le impedivano di farlo.

La loro forma umana rappresentava a pieno la loro natura demoniaca. Erano bruttissimi quasi come se il male che covavano nel profondo avesse preso le loro sembianze. L’aspetto fisico, pensava Sophie, era un’emanazione dei pensieri che scaturivano da ognuno di noi e i loro dovevano essere decisamente negativi.

 

Le avventure di Peter Spam : “La lucciola”

Solo soletto sedeva sotto un olmo solitario ormai logorato dalle intemperie, rifletteva così sul ciclo della vita che incessante riproduceva sempre gli stessi eventi ovvero: nascita, crescita e morte.

Lui si riteneva fortunato dato che non sarebbe mai invecchiato né morto e questa condizione anche se singolare e solitaria lo rendeva speciale.La maggior parte delle persone che aveva conosciuto erano costrette ad invecchiare per poi morire e, nel bel mezzo della loro esistenza, si affaccendavano nei lavori più disparati senza godersi la bellezza di ogni singolo attimo tanto prezioso quanto fugace.

Avendo molto tempo libero aveva deciso, in una notte di luna piena, di trasferirsi in città per aiutare le persone a cogliere il vero significato della vita e godersi così ciò che poteva renderli felici. Ormai erano anni che portava avanti la sua missione e, per fare questo, aveva creato una folta schiera di aiutanti che vivevano con lui in una vecchia fabbrica abbandonata circondata da olmi possenti, i quali gli ricordavano la sua vita passata nei boschi in compagnia di elfi, folletti e fatine. Solo una di loro l’aveva accompagnato :Trilli una fatina dispettosa audace e impettita.

I suoi aiutanti erano tutti ragazzini che, non avendo una famiglia alle spalle, si erano arrangiati come potevano approdando così al quartier generale di Peter Spam. Si faceva chiamare così perché era divenuto un maghetto del computer e come uno spam si diffondeva a macchia d’olio sulla rete. Non era mai stato un gran sostenitore delle nuove tecnologie che riteneva un po’ disumanizzanti ma, allo stesso tempo, i social network erano diventati un mezzo per raggiungere più persone possibili.

Le sue meditazioni furono interrotte da una donna che piangeva a dirotto oltre il ciglio della strada e, dato che detestava veder soffrire qualcuno, prontamente volò oltre la staccionata porgendo un fiore alla sventurata che, ovviamente non avendo mai visto volare nessuno, si spaventò e scappò.

“Accidenti faccio sempre questo effetto alle persone” pensò  ad alta voce Peter “cosa pretendi” rispose Trilli dall’alto di un olmo “per gli umani non è normale volare, guarda che dalla fretta ha perso il portafoglio, forse possiamo aiutarla”.

Allora Peter la inseguì in volo, la vide fermarsi al ciglio della strada pochi isolati più in là e, non appena si fermò una macchina, lei contrattando il prezzo salì sul veicolo. Peter rimase a bocca aperta con ancora il suo portafoglio in mano ora aveva capito il motivo del suo disperarsi, dispiaciuto tornò al quartier generale deciso come non mai ad aiutare quella donna.

Aprì il portafoglio, all’interno c’era parecchio denaro e dei documenti dai quali scoprì il suo nome Josie, ne parlò con Trilli e il giorno seguente, sempre verso sera, si recarono nel luogo ove Josie era solita lavorare.

La trovarono alle prese con un brutto ceffo che pretendeva il denaro e prepotentemente stava quasi per percuoterla quando intervenne Peter “ecco i tuoi soldi marrano, ora lasciala stare” “e questo dove l’hai trovato al giardino d’infanzia? Ricordati che tu sei mia e devi pagarmi il debito, non provarci mai più, ora vai a lavorare!”ribatté il brutto ceffo e se ne andò. Josie guardò Peter e Trilli ancora sbalordita “ecco il tuo portafoglio”disse Peter “voi due siete proprio strani, non so come ringraziarvi” rispose lei.

“Noi possiamo aiutarti”aggiunse la piccola Trilli sbattendo le ali piccine piccine “vieni con noi””ma io devo lavorare altrimenti Albert mi ucciderà” rispose Josie , nel mentre si fermò un cliente e Trilli indispettita gli sferrò un piccolo pugno sul naso, il malcapitato scappò in men che non si dica. Allora Peter aggiunse “vieni con noi, abbiamo un posto sicuro dove potrai nasconderti”.

Arrivarono al quartier generale mentre i ragazzi allegramente preparavano la cena. Josie rimase piacevolmente colpita dal clima allegro e frizzante che aleggiava nell’aria e subito si sentì a suo agio. Aiutò i ragazzi nella preparazione della cena e una volta conosciuti tutti si rilassò sul divano, non le sembrava vero era come aver trovato una famiglia allargata.

D’improvviso suonò l’allarme che avvertiva la presenza di estranei, era Albert con i suoi sgherri che avendoli seguiti cercava Josie. Prima che riuscisse a entrare Peter e Trilli la portarono via in volo e ,al suo arrivo, Albert trovò solo un esercito di ragazzini che giocavano festosamente.

Nel mentre gli altri tre erano volati via ed erano approdati nel bosco ove Peter e Trilli avevano vissuto per tanto tempo, tutte le creature del bosco li accolsero festosamente. Josie aveva finalmente trovato un luogo sicuro ove rifugiarsi e da allora si sente parlare della fatina Josie che aiuta le piccole lucciole della città.

Scacco all’anima

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Torino è una città di Santi e Luce, e dove c’è la luce occhieggia anche il demonio” (Papa Giovanni Paolo II).

 

Sono solita passeggiare per le strade di Torino con Lancillotto, il mio cane ,  splendido incrocio tra un pastore tedesco  e un dobermann; la sua coda è mozzata e, gli occhi neri e profondi, esprimono tutta la sua bontà e sensibilità quasi  umana , tanto da  indurmi a pensare che nella prossima vita si  reincarnerà in una persona di nobile statura. Assorta nei miei pensieri carmici vagabondo per le strade del centro torinese dimenticandomi del Natale. Gli unici  indizi che me lo fanno presagire, a parte le inutili illuminazioni delle vetrine, sono la neve e   le strade  deserte. Ogni angolo mi sembra trasudare storie di anime erranti e caso vuole che Lancillotto  si fermi a sbrigare i suoi bisognini  in Via Carlo Alberto ove è posizionata la targa dedicata a Nietzsche che, in  uno dei suoi soggiorni torinesi, aveva risieduto proprio in quella via e, più precisamente al n°6, da sempre numero associato al diavolo. Leggo velocemente la scritta sulla targa che dice:”conobbe la pienezza dello spirito che tenta l’ignoto, la volontà di dominio che suscita l’eroe”,  continuo il mio cammino pensando e ripensando a quella frase e ,di colpo, mi ricordo di un articoletto che raccontava di come Nietzsche fosse impazzito proprio qui in città. Praticamente uscendo di casa vide un uomo che maltrattava il suo cavallo ed il filosofo imprecò:”Tu, disumano massacratore di questo destriero!” così, dopo aver coccolato il cavallo, tornò a casa  urlando  a squarciagola di essere Gesù crocifisso o Dioniso; non contento, si dice che lasciò Torino cantando canzoni in napoletano. “Però che strano delirio mistico per un filosofo definito da molti nichilista ” “forse sarà l’effetto di Torino : capitale europea dell’occultismo!  Sospesa tra il tao della magia bianca e di quella nera” penso.                                Arrivo, così,  fino  al Duomo quando la neve intensifica la sua discesa, mi guardo intorno e la città sembra silenziosa e desolata,  in terra   trovo un volantino con raffigurato il volto di Gesù, che parla della sacra sindone conservata appunto all’interno del duomo. Leggo che scampò a due incendi quello di Chambery e quello di Torino; “che strano”,dico ad alta voce, “strano cosa?” domanda una voce alle mie spalle, sussulto  dallo spavento e inavvertitamente straccio il volantino ormai zuppo di neve . Quando mi volto rimango sorpresa di vederlo proprio lì il giorno di natale: ha i capelli lunghi e biondi e due occhi verdi infinitamente profondi ove vi si legge la sua indole buona, è proprio una bella visione!”Ciao…niente niente”rispondo imbarazzata “l’altra sera mi son dimenticato di chiederti come ti chiami…””Maya” rispondo ”  io sono Gabriel…buon natale!””grazie anche a te””cos’è questo?”mi domanda”nulla un volantino che ho trovato per terra”” non nasconderti Maya so che parla del grande mazziere”ribatte lui”il grande mazziere?”ripeto sbigottita “si dai il numero uno””scusa ma continuo a non capire”” Gesù, Maya, Gesù!”. Rimango senza parole sto per domandargli come faccia a saperlo, ma mi congeda dicendomi “devo andare…ci vediamo ai Murazzi  buon natale”e , mettendomi in mano un bigliettino con il suo numero di cellulare si allontana di tutta fretta, quasi come se stesse scappando da qualcosa o da qualcuno. Mi volto per vedere se ci sia veramente qualcuno che lo stia inseguendo, quando arriva un’ambulanza a sirene spiegate lo carica e se lo porta via .Capisco subito: TSO ovvero trattamento sanitario obbligatorio. Riprendo la mia passeggiata ed arrivo in Piazza Statuto dove sono solita incontrarmi con Augusto, un caro amico che frequenta il mio stesso corso di teatro nonché fermo sostenitore del duende come via di liberazione dalle catene del quotidiano. Mi attende presso la fontana del Frejus che molti dicono essere la porta dell’inferno perché al suo apice è collocata una statua di un angelo  che tiene in mano una stella a cinque punte .”Ciao  buon natale!””Buon natale a te principessa”risponde lui. Trasognata gli chiedo “ e se Gesù fosse ancora vivo?” Augusto, stupito dalla domanda, risponde “Bé, innanzitutto io di stronzate religiose non me ne intendo, so solo che il Natale mi butta talmente giù da odiarlo e ,poi, visto come è andata l’ultima volta, se fossi in lui mi nasconderei molto bene!”. Capisco subito che è il caso di cambiar discorso anche se mi dispiace, e gli confido: “Sai invece cosa penso della mia vita?!  Che se fosse un bicchiere il mio sarebbe stracolmo ma, nonostante tutto, resto a galla, che dire sono in ballo e me la ballo .” “ Ho capito , qui tra tutti e due non ci consoliamo per niente, ci serve qualcosa che ci tiri su, che ne dici di Venezia?”chiede Augusto, io, allettata dalla proposta, accetto . In quattro e quattr’otto siamo alla stazione di Porta Nuova, biglietti per Venezia e Lancillotto incluso.

Il treno scalpita come un cavallo infuriato: Torino Portasusa, Chivasso, Santhià, Vercelli, Novara, Rho e, proprio a Rho, Augu ha un’altra idea geniale! “Tappa a Milano?” chiede “Ma si dai, prenderemo poi l’ultima coincidenza” rispondo. Camminiamo  per ore e ore, di tanto in tanto Lancillotto abbaia felice per la neve, fino a quando una scritta sul muro che recita : “DA VICINO NESSUNO E’ NORMALE” mi colpisce. Gli chiedo “ cosa c’è lì?”  “ Come non lo sai ?” risponde lui sbigottito “Il Paolo Pini …” “e quindi?” dico io “ non bazzico in quei di Milano, lo sai!Dimmi che c’è lì!”, Augusto scoppia a ridere e dice “ è l’ex ospedale psichiatrico!”. Al suono di queste due parole : OSPEDALE più PSICHIATRICO, mi ritorna in mente lui, Gabriel! “Chissà come starà e, soprattutto, cosa avrà combinato?!” penso arrossendo dall’emozione.

Tutto di un tratto  ricevo un sms: “ troviamoci in Piazza Statuto fra dieci minuti!” – numero sconosciuto – chi può essere il giorno di Natale? Babbo Natale?  E invece no! E’ proprio lui Gabriel. “Perdindirindina” penso ad alta voce “ è vero l’altra sera ai Murazzi gli ho dato il mio numero.” e Augu  prontamente, risponde: “ Ma chi? Cosa?Muoviti che perdiamo il treno!”e via verso Venezia.

Guardando fuori dai finestrini ho l’impressione di trovarmi davanti a un dipinto di Magritte, ove un cavalletto per dipingere regge la finestra ; i paesaggi si susseguono con l’andare del treno ed il treno prosegue sulle rotaie che, di tanto in tanto sembrano nitrire come un cavallo e, “perché no?” penso “il cavallo difeso dal povero Nietzsche!”. Insomma, per farla breve, arriviamo a Venezia ma, la mia testa continua a macchinare su come Gabriel abbia fatto a scappare dall’ospedale psichiatrico; mi distrae un volantino che parla del treno per Venezia come il treno della salvezza, “questo è un segno” penso e gli dico “ questo è il Natale più bello della mia vita. Grazie di esistere!” “Di niente principessa rifatti gli occhi, guarda là!” consiglia Augusto. Appena fuori dalla stazione ferroviaria mi si apre un paesaggio lagunare meraviglioso “ fantastico” penso a voce alta: “eccomi arrivata a casa, Venezia è proprio l’isola che non c’è!” “E’ pazzesco come su un’isola così piccola si possa incontrare tutto il mondo!” ribatte Augusto.

E’ tutto perfetto, fino a quando, Lancillotto non ha l’idea geniale di tuffarsi nella laguna e i gendarmi, indispettiti, ci rimandano dritti dritti a Torino … ops … fine della festa. Dal treno della salvezza scendiamo distrutti, saluto Augusto e mi avvio verso casa. Subito, il mio pensiero corre a Gabriel e, preso il coraggio a quattro mani, lo chiamo : “Ti devo assolutamente parlare!” dice lui “ vediamoci fra dieci minuti in Piazza Statuto!”  “OK” rispondo io e,  penso tra me e me, “questo ragazzo ha proprio la fissa dei dieci minuti e di Piazza Statuto!”.

Quando lo rivedo mi sembra cambiato; gli occhi sono patinati, sembrano aver perso la loro luce, non mi dà neanche il tempo di un saluto e attacca a parlare come una macchinetta in tilt, le parole si susseguono come un fiume in piena; è molto agitato e continua a ripetere di avere poco tempo per spiegarmi cos’è la “grande truffa”. Io non ci capisco più nulla; dov’è finito quel ragazzo gentile incontrato la sera prima? D’un tratto si calma, la luce nei suoi occhi torna più vivida che mai, mi guarda e mi dice :” Maya abbracciami!”. Allora lo abbraccio con affetto sincero. Lui, a sua volta, mi sussurra nell’orecchio: “sono in pericolo e lo sei anche tu, dobbiamo cambiare città, ci vediamo domani in stazione alle otto, mi raccomando attenta!” e se ne va. Rimango senza parole: COSA CAVOLO SIGNIFICA “LA GRANDE TRUFFA” e, soprattutto, PERCHE’ SONO IN PERICOLO?

Penso “ Io domani devo andare a lezione di dizione, altro che treni e poi, basta con questi treni!”. Guardo Lancillotto e ci incamminiamo verso casa, dove casa è, ovviamente, un eufemismo dato che mi sono dimenticata, (casualmente), di lavare i piatti; peraltro con grande gioia dei miei coinquilini scalcinati, che sono fuggiti a festeggiare il Natale chissà dove.

Arrivati a casa, do i croccantini a Lancillotto e mi scende tutta la stanchezza del Natale più strano della mia vita. Mi addormento profondamente abbracciata al mio cuscino preferito, che sono solita chiamare Morfeo.

Lo sogno e lo risogno  allorché arriva un altro segno, peccato però che siano le cinque del mattino! In poche parole, proprio mentre sto scendendo dal mio lettuccio caldo e colorato, suona il telefono “E’ lui!” penso. Tempo di guardare sul display del cellulare e ne ho la conferma: Gabriel!“Non ci posso credere! Ma come fa?!”mi chiedo. Rispondo per l’ennesima volta al  cellulare: “ Buongiorno Maya, ti chiamo  per ricordarti che fra tre ore ci aspetta il treno a Porta Nuova, andremo da gente fidata!”. Esterefatta gli rispondo “No, scusa, adesso stai proprio esagerando, io ho una vita ed una casa qui e ….” mi interrompe subito “signorina non è un gioco, muoviti! Prendi il cane ed esci subito da lì, stanno arrivando!” e chiude la comunicazione.

Non ci capisco più nulla, mi prende il panico , mi vesto e scappo con Lancillotto ancora addormentato. Faccio in tempo solo ad uscire dall’uscio e sento subito dei passi, cinque energumeni, con la stella a cinque punte tatuata sul collo, stanno salendo le scale. Mi imbosco velocemente al pianerottolo superiore e , spiandoli, noto che stanno scassinando la porta di casa mia. “Miseriaccia. Che faccio adesso?Ma chi sono questi?” penso impaurita; aspetto che entrino nell’appartamento e scappo con Lancillotto da Gabriel; al quale inizio  a credere!

Così è il 27 di Dicembre, sono sconvolta dall’accaduto, ho un sonno boia, mi ritrovo per l’ennesima volta alla stazione di Portanuova e lui non c’è. Penso ad alta voce  “perfetto siamo a posto” ed eccolo alle mie spalle, furtivo come un gatto che sussurra alle mie orecchie “a posto un corno, muoviti, vai in bagno e mettiti questi vestiti!” ribatto io “ ma scusa …”, come al solito non mi fa neanche finire la frase e mi dice, guardandomi dritto negli occhi, “niente ma, vai a cambiarti subito!”. E’ talmente convincente che faccio quello che mi dice anche se, in cuor mio, penso” Ok Maya sei completamente impazzita, stai scappando con uno sconosciuto”. Eppure, la luce nei suoi occhi e la sua sicurezza, mi hanno fatto fidare di lui.

Entro in bagno, mi cambio velocemente e ne esco in un battibaleno con i miei vestiti in mano, “buttali” mi dice lui;“ma poi ….” provo a ribattere io “Ti ho già detto niente ma!”.

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“… Che siamo angeli caduti in terra dall’eterno senza più memoria: per secoli, per secoli, fino a completa guarigione. “

(F. Battiato – Le sacre Sinfonie del Tempo)

 

Sono sul treno da circa mezz’ora, io silenziosa continuo a pensare a quanto la vita sia una follia senza fine, quando Gabriel  ricomincia il discorso della sera precedente riguardante la grande truffa e mi dice: “ ti citerò Baudelaire signorina mia: il capolavoro di Satana è di aver fatto perdere le sue tracce e di aver convinto gli uomini che egli non esiste”. Noto che ha tatuate sul collo due ali d’angelo e mi stupisco di non essermene accorta prima poi penso tra me e me “oi oi è pazzo, perché tutto questo a me?” “Perché il tuo amore mi da forza” dice Gabriel ed io “no scusa, cosa? Amore, satana, non ci capisco più nulla” “sto semplicemente rispondendo alla tua domanda” ribatte lui “che domanda?  chiedo scioccata “perché tutto questo a me? Non è quello che hai appena pensato?!”risponde lui. Non ci credo ho sempre sostenuto quanto, a volte, la realtà superi la fantasia ma questo è troppo! Altro che segno e segno questa è una mega segnaletica: mi legge nel pensiero!

“Capisco il tuo stupore cara Maya, ma questa è la realtà io posso leggere il tuo pensiero, apri gli occhi! Gli aborigeni Australiani lo fanno da sempre! Ed ora togliti per favore quell’espressione da pesce lesso dal viso, qui non c’è più tempo da perdere: si salvi chi può …”.Ci interrompe il telefono, è mia madre che chiama  per dirmi questo:” io e la bionda ci siamo spintonate, perché lei mi ha buttato le croste del pane sulla macchina  dal suo balcone e tuo padre, per dividerci, è caduto giù dalle scale. Così sono usciti i carabinieri e ci siamo querelate a vicenda”. Sono senza parole, le liti tra loro continuano da anni ed ogni Natale è un delirio, sembra che lo facciano apposta, poi mia madre aggiunge :”perché non ti sei fatta vedere a natale?”; non so come dirle che non avevo nessuna voglia di ingozzarmi , inoltre non posso neanche farla preoccupare raccontandole l’accaduto e così mento “… e …. mamma non potevo scendere giù a Novara per le lezioni di dizione”; nel mentre Gabriel  gesticola per farmi intendere di non raccontarle né di lui né del luogo ove ci stiamo dirigendo, perciò la congedo velocemente “mamma scusa ora sono a lezione ti richiamo, ti voglio bene e buon natale!”.

Gabriel, come se nulla fosse, continua da dove ci eravamo fermati “ come ti dicevo Baudelaire aveva capito tutto di Satana, io sono qui per accompagnarti verso la verità sulla tua vita. Conosci Stairway to heaven dei Led Zeppelin?” “si certo” rispondo stupefatta “ ecco! La parte in cui dice:” “ … e si mormora che presto se tutti noi intoniamo la melodia il pifferaio ci condurrà alla ragione e albeggerà un nuovo giorno per coloro che aspettavano da lungo tempo ….”oppure preferisci Battiato?!” Le sento più vicine le sacre sinfonie del tempo con una idea: che siamo esseri immortali caduti nelle tenebre, destinati a errare … “strabuzzo gli occhi e sbotto” No, scusa, ma cosa ti sei fumato?” e  aggiungo” Non ci credo sono qui, su un treno per l’ignoto, con un pazzo scatenato, fuggito dallo psichiatrico e cinque energumeni che mi staranno mettendo sottosopra la casa. Ma tu cosa vuoi da me? Parli di verità, di satana, di esseri immortali! Adesso ascolta tu , caro il mio fricchettone squinternato, vai a farti revisionare i neuroni!”.Lui non si scompone di un millimetro e mi risponde” Senti Maya, questo non è un gioco io sono qui per aiutarti, dimmi una cosa, preferivi forse la compagnia dei cinque satanisti?” “no no no”rispondo impaurita “allora mi devi ascoltare signorina lascia che ti spieghi. Devi sapere che nelle retrovie della nostra quotidianità si sta combattendo una lotta tra bene e male,il così detto giorno del giudizio è alle porte e ne siamo tutti coinvolti, nessuno escluso. In poche parole qui non si scherza Dio, il re bianco che noi chiamiamo simpaticamente “il pifferaio” si è stufato di Lucifero , il re nero, l’angelo ribelle e vuole farlo fuori una volta per tutte. Immagina di essere la pedina di una scacchiera e che ogni azione che tu intraprendi, sia a favore del re bianco o del re nero; ebbene noi siamo tra quelli che muovono le pedine e si giocano le anime a scacchi. Il nostro compito è quello di fare scacco al re nero  per salvare le anime dalla dannazione della ruota dell’esistenza :il cosìdetto Samsara!Ossia la circolazione interminabile delle  anime da una vita all’altra. Noi dobbiamo aiutarle a spezzare il cerchio e raggiungere la liberazione. Siamo angeli buoni, puro spirito, anime vaganti. Viaggiamo in coppia da innumerevoli vite e, vita dopo vita, la nostra anima si è talmente evoluta verso il bene,  da indurre il  pifferaio, a farci entrare nelle schiere celesti, garantendoci così la vita eterna e la liberazione  dalla ruota dell’esistenza. Abbiamo una missione: ristabilire il bene assoluto sulla terra e, per fare questo, oltre a comunicare con il pensiero possiamo trasmigrare sia di vita in vita che di corpo in corpo. Il Tao ci insegna che non esiste solo il bene, ma anche il male, rappresentato dalle anime dannate al servizio di Lucifero. Anche loro possono saltare di corpo in corpo e guidare le azioni delle anime  per incatenarle alla ruota dell’esistenza, del resto loro non hanno più nulla da perdere, neanche l’anima! Comunque, se starai tranquilla, andrà tutto bene!”. Rispondo indispettita “Secondo me l’inferno lo stiamo già vivendo e tu stai raccontando un sacco di cazzate!” al suono di “cazzate” si stappa da sola la bottiglietta dell’acqua gasata “e queste le chiami cazzate?Oppure queste?”mi riprende Gabriel e, d’improvviso, vola via il parrucchino al nostro compagno di viaggio che siede nella fila di sedili adiacente alla nostra; rimango stupefatta. pèChi l’avrebbe mai detto che quello portava il parrucchino!

Faccio in tempo a dire solo “Oh Signore!” che Gabriel mi interrompe “Dai scendiamo, siamo arrivati” dice lui porgendomi la mano. Scendiamo così dal treno “ma dove siamo?” chiedo “a Novara” risponde lui con non curanza “ A NOVARAAAAAAAAAAAAAA????” obbietto “non si accettano polemiche, devi farti i tatuaggi, sei dei nostri ormai. Noi andiamo dove ce n’è più bisogno e, tra parentesi, dici un po’ troppe parolacce, signorina!” “Mannaggia a te “ penso “ se mi scopre mia madre, o qualcuno che conosco son guai!” “Guarda che ti sento e poi sei già nei guai!”mi dice lui “Ah già” esclamo arrossendo.

Andiamo al Ramlin e per fortuna non c’è nessuno di mia conoscenza. “ Aspetteremo qui il tatuatore, sii più disinvolta possibile”mi dice Gabriel, non mi chiedo neanche come faccia a conoscere il Ramlin e mi limito a fare ciò che ha detto.

Il Ramlin è una bettolaccia storica aperta nella seconda guerra mondiale come osteria, fu chiamata Ramlin  perché il fondatore si chiamava Ramelini che in dialetto novarese diventa Ramlin. Successivamente, negli anni ’60, si  trasforma nella prima birreria della città.

Con qualunque novarese voi parliate, di qualsiasi età ed estrazione sociale, potete star certi che vi parlerà del Ramlin come un posto unico, un posto che ha un’ anima, l’anima pulsante del mondo che vive, spera, respira e sogna…si! il Ramlin racchiude i sogni ebbri delle persone che lo frequentano.

Quando entri al Ramlin puoi sederti dove vuoi, anche con chi non conosci anzi sopratutto se non conosci chi ti siede accanto sei tenuto a parlarci.

E’ un posto piccino, piccino ma ricco di cuore il cuore dei suoi avventori.

 Parte integrante dell’arredamento è  Bergantin, un pover’uomo schizofrenico quanto innocuo, che siede sempre vicino al tavolo n° 3 e scrocca sigarette a chiunque. Compito di Bergantin, chiamato da tutti Berga, è quello di pulire il locale e rifornire i frigo delle bibite, ogni tanto il proprietario prova anche a fargli fare da cameriere, ma ahimè con scarsi risultati, dato che inverte sempre le ordinazioni. In ogni caso Bergantin è un saggio conoscitore del mondo, non c’è capitale che sia esclusa dalla sua conoscenza, Burundi?Malaysia?Kazakistan? Bé lui la conosce. Spesso Berga viene trattato da molti avventori ubriachi come il buffone, il giullare di corte e diventa preda di pezzi di pane volante o insulti ; lui non reagisce e continua a parlar da solo … chissà poi con chi e di cosa?

Così, mentre  Berga dialoga con l’amico invisibile, entra il poeta capellone più dolce e carino che abbia mai incontrato, una persona decisamente luminosa e pacifica. Pacatamente si siede  al tavolo N°1, neanche il tempo di accomodarsi che fanno il loro ingresso due loschi individui palestrati. Con determinazione fulminea si dirigono verso il poeta e , afferrandolo per la sua coda di cavallo, iniziano ad usare la sua povera faccia come un martello sul chiodo,sbattendogliela prepotentemente più e più volte sul tavolo. Interviene allora il proprietario “fermi, fermi! Ma che vi ha fatto?”  gli aggressori smettono così di usarlo come un martello e, uno dei due risponde “niente, esiste!”. Mentre escono, con la coda dell’occhio noto i loro tatuaggi: la stella a cinque punte. Meravigliata, guardo Gabriel, mi fa segno di far silenzio e, nell’orecchio, mi sussurra “usciamo dal retro”. Così facciamo e, una volta usciti, chiedo “e il tatuatore?””non ti preoccupare, andremo direttamente a casa sua”.

                                                                           -3 –

“Mamma, portami via questo simbolo, io non posso usarlo ancora, sta diventando oscuro, troppo scuro da vedere, mi sento come se stessi bussando alle porte del Paradiso”.

Bob Dylan – Knockin’on heaven’s door

La casa del tatuatore è proprio sopra il Ramlin e la finestra affaccia sulla porta retrostante il locale da cui siamo appena usciti, anzi scappati. Una scala angusta ci accompagna fino all’uscio del tatuatore, peccato che la porta è chiusa e di lui nemmeno una traccia. Gabriel tira fuori le chiavi dalla tasca ed apre la magica porta; una luce soffusa ci dà il benvenuto, sopra il divano una scritta rossa a caratteri cubitali colpisce la mia attenzione: “GIUSTIZIA ESISTE” ; “bé mica tanto!” affermo una volta letta la scritta ,“ che dici signorina?” mi rimprovera Gabriel “siamo qui apposta perché questo avvenga, ma ricordati che la giustizia divina non è quella degli uomini, ma molto di più!”, non  fa in tempo a terminare il concetto che mi addormento sul divano.

Il giorno seguente mi sveglio di soprassalto, apro gli occhi e vedo un omone gigante, con il piercing al labbro inferiore e due belle ali d’angelo tatuate sul collo,che versa il caffè per tre. “Buongiorno Maya! Svegli tu Gabriel o ci penso io?” ancora addormentata con la bocca impastata non riesco neanche a rispondere. Dopodiché, sento solo l’acqua della doccia scendere e Gabriel urlare “Ah maledetto!”: evidentemente si era addormentato nella vasca da bagno !Aguzzo l’ingegno e bevo il caffè in pace; solo dopo il secondo caffè mi rendo conto di quanto sia piccolo quel bilocale.  Il povero Gabriel, non essendoci altri posti letto, è stato costretto a ripiegare sul bagno. Inizio a ridere a crepapelle per l’accaduto, nel mentre Gabriel, bagnato zuppo, sorseggia con l’omone il caffè del discount. “Mi fa piacere signorina che ti sia svegliata di buon umore. Ma oggi ci aspetta una lunga giornata! Iniziamo subito con le presentazioni, lui è Christian  il famoso tatuatore .–Christian Maya- Maya Christian – , sei pronta?” “ Pronta per cosa?” chiedo io. Mi risponde allora Christian indispettito “a diventare uno dei nostri!”, e si alza per prendere china e ago già opportunamente sterilizzati e predisposti sul tavolo di fronte al magico divano. “Non tirare troppo la corda signorina! Sappi che anche gli angeli nel loro piccolo s’incazzano e non vuoi farci arrabbiare, vero?” mi sgrida Gabriel , “ scusate ma io non me la sento di infilarmi in situazioni complicate come la vostra guerra tra bande!”  rispondo io- “Oh Signore! Ma tu ti sei proprio rimbambita in questa vita! Lo vuoi capire che il problema ora è che non puoi più saltare e, essendo imprigionata in questo corpo, dovrai giocare la partita con una sola pedina ed, oltretutto, una pedina piuttosto incasinata!?”. Riesco solo a bofonchiare “ma …”- “niente ma!” risponde lui con le lacrime agli occhi, “Maya tu sei stata e sempre sarai mia moglie. Io sono quello che ti ama di più! Sono tuo marito Maya! Siamo angeli ed abbiamo una missione! Ti prego non mi far spazientire più del dovuto e credimi quando ti dico che sono quello che ti ama di più!”. Mi infurio notevolmente, non posso credere alle mie orecchie! “Ora ascolta tu fricchettone da strapazzo! Da quando ti ho incontrato me ne sono capitate di tutti i colori. Ti risponderò con questa citazione di Baudelaire tratto dai Fiori del Male, dato che ti piace tanto! “ Il diavolo regge i fili che ci muovono! Gli oggetti ripugnanti ci affascinano! ogni giorno discendiamo di un passo verso l’inferno, senza provare orrore, attraversando tenebre mefitiche!”. Di colpo Lancillotto scappa sul divano e  il crocifisso, cade dal muro; tempestivo Gabriel ribatte  “Ora basta Maya! Come puoi ben vedere io non ti sto prendendo in giro! Tu hai perso la fede e io sono qui apposta. Sei peggio di quel burlone di San Tommaso! Vuoi ancora prove? Eccotene una .” e, d’improvviso, prende fuoco la mia borsa. Mentre Christian ride, lui aggiunge “ ora senza di noi e senza documenti dove pensi di andare?!”,impietrita e rassegnata rispondo :”ok ok ti credo!” “Bene allora adesso possiamo rilassarci e procedere con il tatoo, alleluia!”.

Il tatuaggio è dolorosissimo, nella mia testa continua a ronzare la melodia della canzone in sottofondo – Knockin’ on heaven’s door di bob Dylan ed, in particolare,il punto in cui dice: “Mamma, portami via questo simbolo, io non posso usarlo ancora, sta diventando oscuro, troppo scuro da vedere, mi sento come se stessi bussando alle porte del Paradiso”. Mi sento come imprigionata in un videogioco fantasy, tutto questo mi ha decisamente sconvolta soprattutto l’aver scoperto di essere un angelo, di aver avuto vite precedenti e di avere un marito. Assorta, così, nei miei pensieri carmici vengo interrotta da Gabriel, “Amore mio, ciò che è non sembra e ciò che sembra non è, è tutto vero! L’unica differenza tra me e te è che io posso saltare in altri corpi mentre tu non puoi farlo, quindi tieniti stretta la tua vita, sii prudente ed ascoltaci! Giusto Christian?”, Christian annuisce e lui continua “ora siamo noi la tua famiglia! Scordati tutto quello che non riguardi noi,adesso sei di nuovo dei nostri! Quindi niente mamma, niente Augu, niente di niente, capito? Ora muoviti dobbiamo andare al castello a fare un giro di ricognizione!”

Mentre ci dirigiamo furtivi al castello mi viene in mente che, proprio nella torre, è stata rinchiusa la povera Antonia che, secondo Vassalli (uno scrittore del loco), fu condannata dall’inquisizione al rogo. Al riguardo penso “meno male che non ricordo le vite precedenti e che non siamo nel medioevo, altrimenti a quest’ora sarei belle che fritta anzi, lo saremmo tutti e tre!”. Proprio in quell’istante incrocio con lo sguardo un senza tetto che ero solita salutare;

 come un fulmine, Gabriel, mi dice “non salutarlo, è una cimice.” Non capisco assolutamente cosa intende e continuo per la mia strada, quando, all’altezza del Broletto, fanno la loro apparizione i due sgherri satanisti del Ramlin. “Mettiti subito il cappuccio e pedaliamo veloce verso il castello, altrimenti qui finisce male!” ordina Gabriel. Detto fatto, come un lampo,  attraversiamo la strada ed in un battibaleno siamo al castello.

Scendiamo in quello che una volta era il fossato del castello, la neve ha ormai soffocato tutto il prato e, noi ci sediamo su un ammasso di pietra coperto da una tettoia. Sopra di noi la festa celtica incalza a suon di ghironda. Christian tira fuori dal suo zainetto un flauto traverso e comincia a intonare stairway to heaven dei Led Zeppelin: “… la tua testa ti ronza e il ronzio non se ne andrà nel caso tu non lo sapessi il pifferaio ti sta chiamando per unirti a lui …”canta Gabriel.

D’ un tratto si interrompe la musica della festa celtica e si sentono delle urla; prontamente Christian ritira il flauto, Lancillotto si mette ad abbaiare, e Gabriel, si rivolge a me dicendomi per l’ennesima volta” con queste cimici non si può più fare la vita!”, io, spaventata dal trambusto sopra di noi, gli chiedo “ ma cosa sono queste cimici?””non abbiamo tempo ora te lo spiegherò dopo, dobbiamo sloggiare!”. Ce ne andiamo dal fossato di tutta fretta, arrivati in cima  vedo, con mio grande stupore,  un omone gigante biondo e rasato versare la birra in testa ai commensali. Torniamo così verso la casa del tatuatore, dato che  ormai il centro è infestato di cimici.

Arriviamo a destinazione senza intoppi, finalmente ci ritroviamo seduti davanti a un bel piatto di pasta caldo ed un barolo del ’64: “però Christian si tratta bene!” penso. Le mie elucubrazioni mentali vengono interrotte, come al solito, da Gabriel! “Bene!” mi dice “ora possiamo spiegarti cosa sono le cimici!”.

Di colpo si spalanca la porta, un’aria gelida entra dallo stipite sfondato con un calcio; mi spavento a morte! Mentre Gabriel, con molta calma, cerca di rassicurarmi dicendomi “eccole qui! Sta tranquilla e lasciami fare”. Allora si alza, e con un cenno della mano,immobilizza i due energumeni, pone loro due dita a cavallo delle tempie  e, senza dir nulla, le due cimici se ne vanno. Christian chiude ciò che rimane della porta e in tutta tranquillità si risiede a tavola esclamando”  cimici! Non si può più neanche mangiare in pace!”.

Nel mentre, dal cortile, si sentono i due energumeni cantare Back in Black degli ac/dc: “tornato in nero, me ne vado a dormire sono stato via troppo tempo, sono felice di essere tornato, (scommetto che tu sappia che io sono …)”. “Ti piace? E’ dedicata a te” mi dice Gabriel e aggiunge” dai ora hai capito chi sono, vero Maya?! Se vuoi per essere più preciso ti canterò il resto della canzone: “ … tornato seduto sul sedile posteriore di una cadillac, sono il numero uno con un proiettile …” eccetera eccetera. Comunque, amore, non perdiamoci in queste inezie! Capirai, so che capirai! Come hai ben potuto constatare , le cimici, sono esseri umani in lotta tra il bene ed il male ma, se guidati da Lucifero, possono diventare pericolosi. Il nostro compito è quello di aprire loro le coscienze e te ne ho appena dato una dimostrazione! ”.

Rimango a bocca aperta: davanti a me ho il numero uno! “Ora”, continua lui, “questo posto non è più sicuro per te. Ti porteremo da un altro dei nostri, ovvero Pietro l’eremita; lui ti spiegherà i particolari mentre io e Christian continueremo la nostra missione. Tu sei troppo inconsapevole ancora e per un angelo come te, ti assicuro che è alquanto scomoda l’inconsapevolezza, devi ricordare Maya! Ti dobbiamo preparare allo scontro finale e Pietro è un ottimo insegnante. Sappi che magari tornerò da te , amore mio, con un altro corpo ma mi riconoscerai dagli occhi, come sempre del resto e, a proposito di occhi, metti questi occhiali da sole prima che ti possieda qualche demone!”. Ancora con la bocca aperta mi metto gli occhiali da sole; praticamente impietrita non posso credere ai miei occhi e alle mie orecchie: davanti a me c’è il numero uno!

Mi sorge allora una domanda spontanea:” ma se lui è il numero uno e io sono sua moglie, allora io chi sono veramente?”, lui capta subito i miei pensieri e chiarifica ogni dubbio dicendomi “esci da questa prigione, sii libera Maya, ridiventa te stessa! E’ ovvio che se io sono il numero uno, tu sei Maddalena, amore mio ma proprio non ricordi nulla ?!”. Balbetto qualcosa di incomprensibile tipo”chi … cosa … Maddalena!” e svengo, tutto questo è veramente troppo per me !

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“Quando il potere dell’amore supererà l’amore del potere, il mondo conoscerà la pace”

Jimi Hendrix

 

Mi risveglio di soprassalto su un divano in eco-pelle  marrone con ancora gli occhiali da sole indosso; la radio vintage stile anni settanta trasmette l’emozione non ha voce di Celentano :” un’altra vita mi darai che io non conosco, la mia compagna tu sarai fino a quando so che lo vorrai …”. Tutto in quella casa mi sembra parlare di Gabriel, o meglio, il numero uno, soprattutto la musica, e lì, in quel preciso istante, mi accorgo che mi manca anzi che, inconsapevolmente, mi è sempre mancato, almeno in questa vita. Qualcosa in me è cambiato e mi ricordo di come gli orientali sostengano  che la vita è una continua rinascita, infatti mi sento come rinata e morta allo stesso tempo. Ormai non posso più tornare indietro e la mia vita torinese mi sembra niente altro che un ricordo sbiadito. Il fuoco crepita e Pietro, seduto davanti al camino, di tanto in tanto aggiunge dei grossi ceppi di legna; “togliti pure gli occhiali da sole” mi dice Pietro “di me ti puoi fidare, li vedi i tatuaggi?” e mi porge il collo per farmeli vedere “scommetto che ti senti stranita e tutto questo ti pare impossibile, è capitato anche a me, non ti preoccupare! Comunque è un onore per me rincontrarti Lady, ben tornata!”.Ormai, rassegnata al mio destino, rispondo “Sai Pietro, dopo tutto questo ho iniziato a credere che Dio abbia decisamente il senso dell’umorismo! Come può una come me essere la moglie del numero uno?” “Sei sempre la stessa, non cambi mai, l’autostima l ‘hai lasciata sotto la suola delle scarpe? E’ tutto vero e c’è molto di più: devi sapere che i discepoli sono ancora vivi , e siamo noi!” “Come?” chiedo stranita “ ma io sono una donna! Come faccio a far parte di questa elite?” “Infatti Lady, tu sei l’unica donna del gruppo! E da secoli!”Quindi in quanti saremmo?” chiedo io incuriosita: “ quattordici inclusi Christian e Gabriel , o meglio tuo marito che li sta chiamando tutti a raccolta, l’aveva detto che sarebbe tornato per la resa dei conti! Comunque non ti preoccupare, sta andando tutto secondo i piani, è già tutto scritto! L’unico problema è che tu , oltre ad esserti dimenticata chi sei, hai perso tutti i poteri, e io son qui per questo.”” Ma gli altri  dove sono?” “come ti ho già detto, Gabriel li sta riunendo. Molti di noi hanno cambiato corpo e nome ma questo non cambia chi siamo!””Quindi tu chi saresti?” chiedo “Io sono Pietro!” “ e Christian” ribatto io “Christian è Marco l’evangelista Lady, quello che ha scritto:

“ In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto, in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro vita eterna. – Marco 10,29-30 – “. “Appropriata definizione della mia situazione” rispondo io, e aggiungo: “Gabriel mi ha vietato di tenere i contatti con i miei amici e i miei familiari.” “Certo Lady potrebbe essere pericoloso, gli unici di cui ti puoi fidare siamo noi,la tua vera famiglia!” “Pietro, sarò sincera, questo mi intristisce un po’” allora Pietro  risponde”perché non sei ancora pienamente consapevole di chi tu sia: passerà Lady, vedrai che non ci sarà neanche il tempo per deprimersi!”. Di colpo mi viene in mente Giuda e chiedo “ma scusami, con Giuda come la mettiamo?” “Giuda?!” esclama Pietro “perché Gabriel non ti ha spiegato nulla della grande truffa?!””Si, ci ha provato, ma io ancora non gli credevo , e non ho capito molto!”Dunque cosa sai di Giuda?”chiede Pietro “che è colui che ha tradito Gesù” rispondo io“non solo! Dopo essersi suicidato ha continuato a reincarnarsi e, ora, parteggia per Lucifero , è il suo braccio destro e anche un nemico molto potente dato che si è venduto l’anima al diavolo! Ma sappi che di Giuda ce ne sono tanti nel mondo, si travestono da angeli quando in realtà sono putridi dentro. Diavoli travestiti da angeli e angeli travestiti da diavoli, ecco la grande truffa! Ci siamo mimetizzati con la gente per non farci riconoscere ma, ora, è arrivata la resa dei conti, i buoni escono allo scoperto e, Lady, ti assicuro che quando i buoni si arrabbiano c’è veramente da aver paura!

In questa società massificata si è ormai perso il senso dell’etica! Non c’è più discernimento tra ciò che è bene e ciò che è male, nella confusione generale il mondo arranca nel buio e la confusione, il caos è proprio ciò che vuole Lucifero. La gente confusa compie azioni sbagliate, fa del male senza saperlo e , a volte, anche volontariamente! Aveva ragione Jimi Hendrix dicendo che solo quando il potere dell’amore supererà l ‘amore del potere, il mondo conoscerà la pace!”.“ Musica per le mie orecchie caro Pietro” rispondo io e aggiungo “ l’amore già l’amore: uno scambio energetico reciproco e incondizionato. Non bisogna mai sputare sull’amore che uno ti da, anche se ormai è diventata la prassi!Oggi come oggi si scambia l’amore con dei surrogati come lo shopping compulsivo, i cellulari, face book, la macchina bella, i suv! Che poi che te ne fai di un suv in pianura?Devi guadare le risaie?” ” Eh Eh Eh “ ride Pietro “sei sempre la solita Lady, riesci a trovare la parte comica anche nelle situazioni più difficili!” “Bando alle ciance Pietro, io parlo sul serio!Dov’è finito l’amore? Si basa tutto su il denaro, in politica si parla solo di numeri! Non ci sono più etica e solidarietà!Aveva ragione Eric Fromm quando diceva che nella nostra società sei quel che hai non quel che sei e io aggiungerei anche quel che fai!Si viene valutati in base alle apparenze: lavoro, casa, macchina, conto in banca, vestiti ecc … L’individualità e l’indifferenza regnano sovrane, la maggior parte delle persone agisce con fini utilitari. Il denaro è diventato il fine non più il mezzo e tutto questo è preoccupante!” “non devi preoccuparti ” risponde Pietro “noi siamo qui perché tutto questo finisca, ci stiamo lavorando, è la nostra missione! Andrei avanti a parlare per ore Lady, ma è arrivato il momento di darsi da fare, non ci resta più molto tempo e, presto, Gabriel e Christian saranno di ritorno! Per prima cosa diamo un occhio al quartier generale …” “ E’ vero che stupida!” esclamo io “ è stato talmente piacevole parlare con te, che mi son dimenticata di chiederti dove siamo e dov’è Lancillotto?” allora Pietro mi risponde “ questo è il nostro quartier generale, siamo in un piccolo paesino in provincia di Novara :San Nazzaro Sesia  e se ti affacci sul balcone potrai vedere un’abbazia millenaria in arte romanica, edificata nel 1040. A quell’epoca noi eravamo già in giro! Per quanto riguarda Lancillotto è sotto che dorme comodamente sulla poltrona”. Mi accorgo così di essere al secondo piano. La conversazione con Pietro mi ha coinvolto a tal punto da farmi perdere il senso del tempo e dello spazio. Guardo l’ora e la data , è già passata una settimana dal Natale. Do un occhio al piano superiore del quartier generale e, noto sulla parete di fronte a me, un cuore gigante dipinto a mano dalle sfumature blu e rosa. Alla mia destra il camino è di quelli di una volta che fungevano sia da riscaldamento che da focolaio per cucinare. Sotto i miei piedi un tappeto peloso dalla tonalità grigiastra . Alla mia sinistra, oltre al calendario appeso alla parete, si trova una porta a vetro dalla quale pendono delle tende azzurre in tinta con le pareti e che affaccia sul terrazzo da cui si può rimirare la splendida abbazia di cui parlava Pietro.

Scendo al piano inferiore passando da una scala a chiocciola color avorio , Lancillotto corre festoso verso di me, lo accarezzo amorevolmente e alzando lo sguardo noto una splendida cucina in stile country anche lei color azzurro. Un altro camino riscalda il piano inferiore e di fronte si trova la poltrona a dondolo sul quale ha dormito Lancillotto.Vicino al sottoscala invece una porta a vetri separa il bagno coloniale dalla cucina ed anche in questo bagno c’è una vasca, “perfetta per Gabriel” penso e rido tra me e me. Fuori dalla porta di servizio della cucina mi colpisce un giardinetto zen ricco di sabbia da rastrellare nei momenti di meditazione; ispirata prendo il rastrello quando si presenta Pietro con un tamburo e mi dice “presto dobbiamo cominciare!”.

Lo seguo nuovamente al piano superiore e lui mi dice “io ora suonerò il tamburo e tu ballerai cercando di raggiungere uno stato di trance”. Inizia così a suonare e lì mi perdo in una danza vorticosa. Con l’aumentare del ritmo aumentano le mie giravolte, andiamo avanti per un’ora circa quando, raggiunto lo stato di trance, inizio a librarmi nell’aria!Non ci posso credere sto lievitando!Allora lì, sospesa, ricordo tutto!Gabriel è presente in ogni mio ricordo, rivedo anche il nostro matrimonio e iniziando a piangere dalla commozione cado per terra. 

 

-5-

Mi risveglio nel mio letto e, rendendomi conto di aver solo sognato, tiro un sospiro di sollievo. Sento però male al collo, mi dirigo subito in bagno e guardandomi allo specchio noto due lividi a forma di ali d’angelo.